Caserta - "Quello che mi ha fatto paura è vedere alcuni uomini che hanno l'abisso negli occhi, il niente in assoluto. In questo stato d'animo possono farti quello che vogliono". Franco Di Mare non si è risparmiato e ha raccontato tutto quello che ha visto al fronte, durante la presentazione del suo libro "Il Cecchino e la Bambina", che si è tenuta giovedì 25 febbraio a villa Vitrone, a Caserta. Dalla prima guerra del Golfo all’Iraq di oggi, dal Ruanda alla Somalia, dal Libano all’Afghanistan, la guerra vista e raccontata da un reporter come Di Mare diventa l’occasione per scendere in profondità nell’animo umano. 'Il Cecchino e la Bambina', edito da Rizzoli (pp. 260; euro 18,00), presenta al lettore tutto quello che un giornalista vede nei campi di battagli ama che non può raccontare all'interno di u n servizio televisivo. Sarajevo, 1992. Amira è una bambina, sta giocando per strada con le sue amichette. Un cecchino a trecento metri di distanza punta il fucile su di lei. Sparerà o no? La storia – vera – di Amira è il fil rouge del racconto di Franco Di Mare, che ripercorre le esperienze vissute come inviato di guerra del Tg2 e del Tg1: dalla prima guerra del Golfo al Kosovo, dal Libano al Ruanda, dall’Algeria all’Afghanistan fino all’ultimo conflitto in Iraq passando per la Somalia, il Mozambico e l’America Latina. I ricordi di vent’anni di esperienza al fronte prendono vita sulla pagina, fra episodi di atroce violenza e momenti di altissima umanità. Nato come spettacolo di “teatro-reportage” (sull’esempio di Vajont di Marco Paolini), Il cecchino e la bambina mantiene sulla pagina scritta un’uguale intensità e capacità di coinvolgere (e di sconvolgere) il lettore. Ornella Mincione
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