Santa Maria Capua Vetere - Nell'ambito del ciclo "C come cultura", mercoledì 28 ottobre (presso l'istituto Aveta - suore di Pompei di via Albana) il professor Bruno Tomasiello presenta il suo libro: "La banda del Matese (Il processo Malatesta)". Insieme all'autore, nel dibattito che sarà moderato dal giornalista Mario Tudisco, ne discuteranno il prof. Sergio Tanzarella (Pontificia università di Roma e di Napoli), il dottor Gerardo D’Amore (presidente associazione AbiTanti Attivi) e il magistrato Raffaello Magi (nella foto, presidente prima sezione penale tribunale di Santa Maria Capua Vetere e giudice estensore della sentenza Spartacus). L’evento è stato organizzato grazie alla collaborazione delle Generali Assicurazioni filiale di Santa Maria Capua Vetere e della Gesa srl di Casagiove. Il fatto. "Il mattino del 3 aprile 1877, dal treno Napoli-Benevento-Foggia, scendevano, presso la stazione di Solopaca, una 'bionda signorina dagli occhiali verdi' ed un signore alto, distinto, biondo, dalla barba folta e lunga. Sono forestieri, inglesi per la precisione. Una carrozza è ad attenderli per condurli al paese di San Lupo, uno dei villaggi incastrati sulle balze della montagna del Matese…". Così Pier Carlo Masini inizia il racconto del tentativo insurrezionale anarchico della primavera 1877 contro la monarchia, promosso da ventisei internazionalisti, tra i quali Carlo Cafiero, Errico Malatesta, Pietro Cesare Ceccarelli, il russo Sergej Michajlovic Kravcinskij, meglio conosciuto col nome di Stepniak. Spinto dagli ideali internazionalisti e fiducioso nella 'propaganda del fatto', il piccolo gruppo di rivoluzionari, dopo uno scontro a fuoco con i carabinieri a San Lupo, domenica 8 aprile 1877, a Letino e Gallo, sulle montagne del Matese, occupò il municipio, bruciò gli archivi comunali, distrusse i contatori dei mulini e, in nome della Rivoluzione Sociale, dichiarò decaduto il re Vittorio Emanuele II. L’eccessiva reazione governativa (furono inseguiti da dodicimila soldati!), l’assoggettamento dell’ordine giudiziario al potere politico durante la fase istruttoria, la lunghissima ed ingiustificata carcerazione, la faziosa e poco neutrale condotta del processo penale, porteranno i giurati della Corte d’Assise di Benevento, nell’agosto 1878, ad assolvere completamente gli internazionalisti dall’infamante accusa di aver agito "per libidine di sangue". "Un processo di questi per provincia e il governo si sarebbe ucciso con le proprie mani". Sarà questo il commento finale di un giornalista del Corriere del Mattino di Napoli, il socialista beneventano Pasquale Martignetti, per evidenziare l’inconsistenza e l’incapacità della politica governativa nell’affrontare la drammatica questione sociale. A distanza di oltre 130 anni dai fatti, la ricerca di Bruno Tomasiello fa riemergere dall’oblio episodi e testimonianze archivistiche e giornalistiche, opere e documenti interessantissimi, rendendoli vivi e comprensibili, contribuendo ad una maggiore conoscenza di questo episodio storico, troppo spesso dimenticato dalla storiografia ufficiale, che ha proiettato i piccoli comuni di San Lupo, Letino e Gallo Matese nella grande storia del Socialismo italiano. L'autore. Originario di San Lupo, Bruno Tomasiello, innamorato del suo paese ed appassionato ricercatore della storia sociale della sua terra, ha saputo raccogliere in un unico volume dal titolo: "La Banda del Matese -1876/1878 – I documenti, le testimonianze, la stampa dell’epoca", Galzerano Editore – pagg. 640, il frutto di oltre quattro anni di ricerche nelle biblioteche e nelle emeroteche italiane e straniere. Ha ricostruito un episodio storico, da molti studiosi ormai considerato all’origine della storia del Socialismo e del movimento operaio italiano. In questo lavoro l’autore, alla sua prima pubblicazione, considerata la crescita di interesse storiografico verificatasi negli ultimi decenni del Novecento verso la Banda del Matese, ha tentato di soddisfare la necessità di costruire una disponibilità organica e quanto più completa dei documenti che a quell’evento del secondo Ottocento sono legati. Bruno Tomasiello ha voluto condurre un lavoro puntiglioso, accurato, fortemente motivato nella sua lunga durata, mirato al ritrovamento dei documenti e delle testimonianze coeve al progetto e all'atto rivoluzionario degli Internazionalisti anarchici che da San Lupo volevano partisse un cammino di liberazione totale dell'uomo. Soltanto un radicamento appassionato e al tempo stesso culturalmente definito alla propria terra (San Lupo, appunto) insieme alla curiosità e all’interesse conoscitivo per le problematiche storico-politico-sociali hanno reso possibile una vera e propria impresa culturale. Il contenuto del libro obbliga a fare i conti con un evento contenitore di complessità, non riducibile a emergenza riduttiva di valenza romantica o pre-politica. Al contrario di ogni riproposizione nostalgica di miti originari, i documenti politici, le arringhe di difensori e di accusatori, i resoconti della carta stampata, le testimonianze provenienti dal contesto sociale del territorio interessato, le (non sempre fredde) righe delle comunicazioni e dei rapporti tra le istituzioni giuridiche e politiche, fanno emergere un grumo di problemi, di nodi interpretativi, di proiezioni, impetuosamente attuali e presenti nella società contemporanea. Redazione Tuttiinpiazza
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