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Quando l'antiracket si fa associazione
La determinazione di alcuni imprenditori taglieggiati dalla camorra li ha spinti ad unire le forze e a fondare l'Unione Casertana Antiracket

Trentola Ducenta - Si ricostituisce, dopo un lungo stop, il gruppo di persone che decise coraggiosamente di fondare in Campania la prima associazione contro le estorsioni dei clan camorristici. Nell’aula consiliare del Comune di Trentola Ducenta è stato, infatti, presentato ieri il nuovo corso dell’UNIONE CASERTANA ANTIRACKET (UCA), che aveva visto la luce già nel lontano 1998. Erano presenti all’incontro, oltre alle autorità locali e provinciali, anche il Sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, e il Presidente Onorario della Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura (FAI), Tano Grasso.

In un’intervista al Corriere della Sera del 23 gennaio 1999, tre dei componenti denunciarono a gran voce l’invincibilità solo apparente della camorra: “qui è capitato che siano andati a chiedere i soldi finanche a famiglie con il doppio stipendio. [..] Da quando è stata fondata l'associazione, ci hanno contattati in tanti. Ma hanno aderito in pochi. E anche tra questi c'è chi preferisce non farlo sapere in giro. Quasi quasi siamo una associazione segreta”. Parole del medico Pietro Falco, finito vittima delle richieste estorsive nonostante il suo lavoro all’Asl; parole che testimoniano, soprattutto, l’endemica capillarità del fenomeno malavitoso nella nostra terra e l’elevata copertura di cui può godere a tutti i livelli della società.
 
Dieci anni dopo, nell’edizione odierna del TgR Campania, fa un certo effetto ritrovare, ai microfoni di Anna Teresa Damiano, tale Francesco Troisi, anch’egli protagonista del servizio di Claudio Bufi sul Corriere. Un vero segnale di tenacia e determinazione nella lotta ai clan, il suo. Titolare di una ditta di lavori pubblici, Troisi si è visto costretto come tanti suoi conterranei a trovare commesse altrove, lontano dall’oligopolio che ancora incancrenisce gli appalti nei comuni casertani controllati dalla camorra.

In realtà, “lo Stato c’è, sono gli imprenditori che stasera (la sera del 29 giugno, ndr) non si sono presentati a dimostrarsi una banda di vigliacchi”, secondo l’altro membro dell’UCA interpellato dalla giornalista. Suona forte su ogni altro grido d’allarme, dunque, il suo invito deciso a non avere paura di denunciare il racket nelle sue diverse forme estorsive (vedi la richiesta di tangenti per accedere alle gare pubbliche, ad esempio, in cui “ti chiedono le buste per la partecipazione”, come dichiarato in chiusura dallo stesso Troisi).

L’Unione Casertana Antiracket risulta essere, così, la seconda associazione presente in Terra di lavoro dedita alla lotta contro la criminalità organizzata, insieme a SANTA MARIA CAPUA VETERE PER LA LEGALITÀ, frutto, questa, dello scatto d’orgoglio di Pietro Russo, proprietario di una fabbrica di materassi incendiata nel maggio 2008 dai Casalesi all’indomani della sua esasperata denuncia.

Angelo Ventriglia

30/06/2009
 
 
 
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