Caserta - Dopo il convegno organizzato a Roma il 6 febbraio da Gidp, associazione dei direttori del personale, numerosi direttori del personale, anche a nome delle rispettive aziende, invitano i ministri del lavoro del governo in carica e del governo-ombra a una iniziativa bi-partisan sul progetto per la transizione al regime di flexsecurity. Riportiamo una sintesi della lettera che verrà consegnata al Ministro per il Lavoro e il Welfare Maurizio Sacconi e al Ministro-ombra Enrico Letta. Vi invitiamo a leggerlo con attenzione perché riguarda una questione di drammatica attualità, soprattutto per i più giovani. Noi qui sottoscritti, professionisti della gestione delle risorse umane del GIDP-HR, operanti in aziende, che danno lavoro a molte decine di migliaia di dipendenti, avendo esaminato e discusso approfonditamente il disegno di legge predisposto dal prof. Pietro Ichino "per la transizione a un regime di flexsecurity", concordiamo con quanto ha dichiarato nei giorni scorsi la Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: è un progetto di riforma necessario – probabilmente il solo realisticamente efficace, nel contesto italiano attuale – per consentire al tempo stesso: ? il superamento della divisione fra protetti e precari che contraddistingue oggi il nostro tessuto produttivo e che condanna gran parte delle nuove generazioni a una drammatica esclusione da standard elevati di sicurezza e qualità del lavoro; ? una flessibilizzazione delle strutture produttive (indispensabile al nostro Paese per attirare il meglio dell’imprenditoria mondiale) non costruita su quella divisione, ma coniugata con un alto livello di protezione di tutti i lavoratori new entrants; ? l’attribuzione di significato al valore della meritocrazia, della quale è di moda riempirsi la bocca senza però fare nulla di apprezzabile per promuoverla effettivamente (col risultato che i giovani migliori sempre più tendono a migrare verso altri Paesi, più capaci di valorizzarne il talento). Non ignoriamo le forti resistenze culturali e politiche presenti sia in seno alla maggioranza sia in seno all’opposizione contro questa riforma. Ma siamo anche convinti che quelle resistenze non potranno che sgretolarsi di fronte alla disponibilità espressa dalla Presidente di Confindustria, e direttamente da un numero rilevante di aziende, per negoziare un new deal capace di offrire alle nuove generazioni prospettive migliori rispetto a quelle offerte dal mercato del lavoro italiano attuale, senza peraltro alterare i diritti dei lavoratori già in attività. Per questo Vi chiediamo di impegnarVi al più presto in un’iniziativa bi-partisan per la promozione di questa riforma, attraverso un rapido e intenso processo di negoziazione tra le parti sociali per mettere a punto dei dettagli del progetto e attivare l'iter parlamentare del disegno di legge. Restiamo fiduciosamente in attesa di una Vostra risposta, possibilmente congiunta. Un gruppo di giovani, inoltre, sta raccogliendo adesioni ad una lettera aperta di contenuto analogo, indirizzata agli stessi destinatari, con cui i firmatari esprimono la preferenza di chi si affaccia oggi sul mercato del lavoro per un sistema ispirato ai principi della flexsecurity rispetto al sistema attualmente vigente nel nostro Paese: sistema caratterizzato da un regime di vero e proprio apartheid fra protetti e precari, che a due giovani su tre offre la prospettiva di rimanere per molti anni, se non per tutta la vita lavorativa, nella categoria dei precari. Chi volesse aderire alla proposta può consultare il sito www.pietroichino.it. Redazione Tuttiinpiazza |